venerdì 6 luglio 2012

l’ultima frontiera dell’ars

Quando si diceva arti visive, s’intendeva la pittura e – alla giusta distanza dettata dal loro carattere più prossemico – la scultura e l’architettura. Adesso, quando si dice visual art, vengono in mente operatività tecnologicamente avanzate, post-chirografiche: qualcosa che c’entra più con il cad (computer-aided design) e la cgi (computer generated imagery) che non con i tradizionali supporti pre-elettronici. E non si tratta di dire, come fa Lev Manovich, che i new media sono la traduzione digitale degli old media analogici: la digitalità non è ancora una cultura acquisita senza residui e resistenze, bensì un orizzonte d’attese tutto da conquistare, come una sorta di far west dell’immaginario tecnologico, l’ultima frontiera dell’ars gratia artis.