martedì 30 ottobre 2012

green Box telematico


MED in Italy sarà visitabile a BolognaFiere per tutta la durata di Smart City Exhibition (Bologna, 29-31 ottobre 2012). Saranno presenti componenti del team che ha realizzato il prototipo abitativo per illustrarne le caratteristiche, in particolare quelle che fanno della casa un nodo delle nuove reti intelligenti digitali delle città. La struttura, infatti, è dotata di un "green Box", una vera e propria scatola nera, collegata a una rete intelligente di sensori wireless a basso voltaggio, che lavora in modo integrato, monitorando tutte le prestazioni e caratteristiche della casa, dal comfort al bilancio tra produzione e consumi elettrici, segmentati sulle singole utenze, fino allo "stato fisico" di porte e finestre e agli impianti. 
Durante Smart City Exhibition MED in Italy sarà visitabile anche “virtualmente”: infatti tutte queste informazioni raccolte dal “green Box” e inserite in un database storico verranno interrogate e trasmesse via web in tempo reale grazie a un innovativo sistema 3D in rete, su protocollo WebGL, attualmente tra i campi di ricerca di aziende come Google. Il tutto realizzato mettendo in campo un sistema che usa protocolli di rete, aperti, abbassando i costi e rendendo di fatto estendibile il suo uso al patrimonio edilizio, con lo scopo ultimo di aumentare la consapevolezza degli utenti, mettendoli al centro del sistema di controllo e monitoraggio del proprio ambiente di vita.
Per la visita “virtuale” di MED in Italy: http://medinitaly.eu/it/node/1132

lunedì 29 ottobre 2012

specialisti ignoranti

Giulio Giorello
114-115 - le due culture, snow.


Singolare paradosso: ciò che aveva fatto della “Repubblica delle Lettere” una società di spiriti liberi (una vera e propria “società aperta" che precede quella politicamente realizzata nella nostra stessa Modernità) avrebbe infine prodotto una società chiusa di specialisti, in cui i cultori delle varie discipline fanno grande fatica a intendersi. Nel suo saggio, che e degli anni cinquanta del secolo scorso, Snow concede ancora che gli scienziati di diversa matrice - matematici, fisici, biologi eccetera - abbiano una sorta di cultura comune, almeno in senso antropologico: pur non riuscendo a capirsi appieno, condividono standard o finalità. Si riconoscono nelle stesse norme metodologiche, hanno lo stesso codice di onestà
intellettuale.
Scrivendo, invece, negli anni ottanta il grande storico della scienza Gerald Holton ha rimarcato come questa unità culturale fosse ormai spezzata, producendo una proliferazione di “sottocomunità di esperti” prive di riferimenti e motivazioni non settoriali — una vera e propria “minaccia” a quello stesso ideale di moderna società aperta che pure la scienza aveva cosi potentemente contribuito a creare. L’imporsi di varie “tecnoscienze" sembrerebbe aver concretizzato l’incubo di un heideggeriano potere degli apparati, totalmente svincolato dall’impaccio della “verità”. ln tale contesto, parrebbero aver ragione quei rappresentanti dell’“umanismo" che vedono negli scienziati delle infelici figure di «specialisti ignoranti».
Quest’ultima locuzione e, ovviamente, di Snow; il quale, per altro, aveva buon gioco a mostrare come molti “umanisti” fossero anch’essi, a modo loro, degli “specialisti°°, e soprattutto degli “ignoranti”. In una vena pessimistica, sarei tentato di dire che, almeno in Italia, le cose sono ancor più complicate sia per il retaggio crociano (la scienza, per Benedetto Croce, era semplicemente «un libro di ricette di cucina»), unito all’ingombrante presenza degli eredi di coloro che hanno condannato Galileo, sia per la nascita di discipline ridotte a equivoco, come la cosiddetta bioetica: un settore ove si sprecano citazioni del “principio di precauzione” stile Jurgen Habermas (se si adottano tecnologie e, più in generale, linee di intervento solo quando si è assolutamente certi che non vi sia rischio alcuno, ci si condanna di fatto a un perpetuo stato di non azione - per usare un’immagine del vecchio ]ohn Locke: «E come se ci lasciassimo morire di inedia a casa nostra, perché non siamo assolutamente sicuri che  non ci sia qualche pericolo in agguato per strada»).

lunedì 1 ottobre 2012

Med in Italy sul podio

Med in Italy sul podio del Solar Decathlon Europe 2012

Med-in-italy-terzo-aE' una grande vittoria e una grande soddisfazione vedere come lacasa mediterranea completamente made in Italy sia riuscita a scavalcare molte case del nord Europa, paesi noti per la loro capacità di concepire edifici altamente ecosostenibili e classificarsi terza alle olimpiadi dell'architettura sostenibile. La casa MED in Italy, frutto di una collaborazione tra studenti, ricercatori e docenti dell'università di Roma Tre, la Sapienza di Roma e la Libera Università di Bolzano, si è aggiudicata numerosi premi, tra cui il primo premio per la prova di "Sostenibilità", secondo premio per "Funzionamento della casa", il terzo per la prova di "Architettura", "Innovazione", "Comunicazione e Sensibilizzazione Sociale" e "Bilancio energetico".
Questo successo è il risultato di ben due anni di ricerca ed attenta progettazione, durante i quali il numerosissimo gruppo di lavoro ha saputo trovare la giusta sinergia per portare a compimento un'opera del genere.
Il Solar Decathlon Europe ha monitorato per due settimane le 18 case provenienti da tutto il mondo ed una giuria di esperti di volta in volta, per ciascuna delle 10 prove, ha assegnato un punteggio ad ognuna delle case partecipanti. 
La casa Med in Italy prende ispirazione dalle abitazioni tipiche dei climi caldi mediterranei, è stata quindi concepita per proteggersi più dal caldo che dal freddo. Per questa ragione la scelta del patio chiuso verso l'esterno ha un motivo, oltre a quello di creare un luogo intimo e privato, anche quello di proteggersi dai venti caldi o freddi, creando un microclima interno gradevole e piacevole. Come noto, le case tipiche del mediterraneo sfruttano la massa della parete per accumulare il calore durante il giorno e restituirlo poi durante la notte, in modo da avere l'interno fresco. Allo stesso modo la Casa Med in Italy si ispira a questo concetto tradizionale del passato e lo riutilizza guardando anche al futuro e all'innovazione.
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Tutta la struttura in legno è prefabbricata e modulare, tale da poter essere montata e smontata facilmente, ma anche portata in veicoli di dimensioni standard, senza così dover ricorrere a trasporti eccezionali. Infatti la casa Med ha viaggiato per gran parte del viaggio in treno, risparmiando così circa 5 tonnellate di CO2.
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La leggerezza della struttura in legno facilita il trasporto e il montaggio ma non conferisce alla parete la massa e l'inerzia termica tipica delle case mediterranee. E' stata quindi concepita una soluzione per sopperire a questo problema. Le pareti della casa, una volta montate, funzionano come delle casseforme e vengono quindi riempite di materiale pesante locale, come terra o sabbia. In questo modo durante l'inverno, quando il sole è più basso, entra all'interno delle stanze dai vetri delle finestre a sud e va scaldare le pareti accumulando il calore che viene poi rilasciato durante la notte. In cambio, durante l'estate, quando il sole è più alto, la casa è progettata in modo tale da non far entrare luce diretta e così le pareti non si surriscaldano, semplicemente si aprono le finestre a sud e a nord e si garantisce una ventilazione naturale che rinfresca tutta la casa.
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I mobili della casa sono stati progettati dalla facoltà di Disegno Industriale della Sapienza di Roma e si possono assemblare senza chiodi né colle, sono quindi totalmente riutilizzabili e riciclabili al termine del loro ciclo di vita. Questa filosofia si rispecchia in tutti i materiali della casa Med, come per esempio la cucina, fabbricata con scarti di lavorazione di altre cucine o il pavimento del patio, prodotto con residui della produzione dell'olio e materiale plastico riciclato, ma anche la stessa struttura in legno e la stratigrafia della parete, formata dalla terra, da fibra di legno come isolante e canapa come rivestimento esterno.
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Tutta la casa è automatizzata da un sistema domotico che capta i dati della casa come temperatura, illuminazione, umidità, qualità dell'aria, e li trasmette al computer dal quale l'abitante può controllare tutto. La casa è assemblabile sia in verticale che in orizzontale ed è adattabile a più tipologie di utenza, dalla coppia (45 mq) alla famiglia numerosa (120 mq). Per chi non fosse riuscito ad andare fino a Madrid, la casa di MED in Italy sarà presente anche al SAIE di Bologna interamente costruita dal 18 al 21 ottobre.