venerdì 26 settembre 2014

Stefano Converso. Shop works. Collaborazioni costruttive in digitale

La lettura di questo saggio approssima ad un viaggio iniziatico teso a svelarci gli elementi che concorrono alla creazione del corpo plastico complesso. Non importa quale esso sia - edificio o installazione, elemento di arredo o componente di design – il lavoro dello studio americano SHoP (fondato dai fratelli Coren, Chritopher e William Sharples in associazione con Kimberly Golden e Gregg Pasquarelli) è testimonianza preziosa: intercettiamo, nel procedere, i paradigmi e le complessità del tempo presente, momento in cui tecnologia e naturalità apprestano modi e forme di una possibile e salvifica comunione. L’autore ci conduce alla scoperta di questi territori nodali, frontiere del contemporaneo. Margini e limiti  inesplorati o protetti, in cui l’artificio sembra il risultato di complesse permutazioni alchemiche. Figure e corpi che hanno come perno generante processi e sistemi di tipo avanzato, circondati da un aura di fascino e fervore avveniristico. A differenza però di molti progettisti e studi che da anni si cimentano con le tecniche di produzione digitale, SHoP volge la sperimentazione al concreto: a partire dai primi anni del duemila fino ad oggi delinea una figura nuova, nel panorama architettonico mondiale, incarnando il paradigma di quella che viene giustamente definita l’eta “Matura” del digitale in Architettura. L’accezione che si applica dunque a questa fase della sperimentazione è centrale, in quanto intercetta e approfondisce lo specifico della migliore ricerca progettuale: la possibilità di restituire alla disciplina un nuovo orizzonte etico.
Architettura è pratica salvifica, in quanto permette alla società di acquisire coscienza di sé e delle proprie potenzialità, sia a livello individuale che collettivo.
Collaborazioni costruttive è dunque la sintesi di un pensiero volto alla condivisione, che annulla il modo tradizionale – ed europeo -  di intendere l’architetto come un demiurgo – o modello di incessante autoreferenzialità. A questo si sostituisce invece una necessaria quanto salvifica capacità di impegno, sostenuto - in quanto processo infinitamente complesso- da sistemi software digitali dedicati. Tecnologia al servizio di etica e responsabilità. Non a caso SHoP viene scelto in due occasioni di estrema emergenza quale unico studio in grado di sviluppare soluzioni a problemi drammatici e inaspettati: a New Orleans a seguito dell’uragano Katrina per lo sviluppo e la realizzazione di un Centro Servizi realizzato tra due box prefabbricati, e a Ground Zero a New York dopo la tragedia dell’ 11/9 per la costruzione del ponte di Rector Street. Digitale, tecnologia parametrica,Rhinoceros, CatiaDigital ProjectsGenerative components, software di controllo numerico della fase costruttiva e di tutti i momenti che inevitabilmente sottendono al progetto complesso analogico estremo. Il libro non cerca di analizzare specificità di tipo spaziale o stabilire nessi storiografici, - esso tralascia giustamente queste consuetudini in cui indugia il dibattito critico – per soffermarsi sul modus operandi, ingaggiando un interrogarsi fecondo sul come poter sviluppare il progetto e la costruzione del digitale.
A Stefano Converso va il merito dunque di averci reso consapevoli di una ricerca necessaria e cruciale per lo sviluppo dell’architettura della contemporaneità. In particolare, il lavoro che l’autore conduce da anni in questa direzione è ritenuto pionieristico  -perché restringe il fuoco sulle procedure che oggi possono innestarsi sul corpo del manufatto, in modo pratico e dedicato alla realizzabilità ed al risparmio di risorse di tempi ed energie.
Ad Antonino Saggio si attribuisce necessariamente il merito di un incessante sostegno a queste ricerche, che sempre più vengono portate alla luce dalle recenti pubblicazioni inserite all’interno dalla collana da lui diretta – IT Revolution in architecture. Pubblicazioni che hanno ormai ben poco a che vedere con la speculazione su paradossi immaginifici e vetero avanguardistici ma, al contrario, fronteggiano temi e misure di una contemporaneità ricca di risorse e problematiche, tutte in fiduciosa attesa di risposta.
Questo è dunque un libro necessario e di sicuro interesse.