lunedì 25 giugno 2012

cloud energy google


 Centralizzare in pochi punti l’elaborazione, lo storage dei dati, rendere efficiente il loro accesso remoto con apparati di rete moderni - non è un caso che ipv6  e spdy  siano in rolling out proprio in questo periodo.Se paragonassimo la tecnologia cloud alla distribuzione della corrente elettrica i risultati sarebbero evidenti: nessuno ha un generatore tra le mura domestiche o in ufficio, non sarebbe in primo luogo economico. 

La tecnologia web ha un costo ambientale non indifferente, un po’ come una enorme “biblioteca” ha dei costi di gestione. Google è consapevole dell’impatto della sua tecnologia, per questo ha deciso di muoversi per migliorare la situazione e, ovviamente, per presentare i risultati ottenuti.
Sono disponibili almeno 3 grandi risorse che testimoniano la bontà e l’impegno speso:1. un sito dedicato all’ overview dei datacenter2. il portale Google Green3. un whitepaper di sintesi  sull’efficienza energetica dei sistemi
 Google sta intervenendo in diversi ambiti, dal risparmio alla produzione di energia rinnovabile. Il primo grande risultato è che, parlando in termini di data center, quindi senza considerare la parte di corrente spesa nelle infrastrutture di rete, utilizzare i prodotti web erogati per un mese costa, in consumo, l’equivalente di 3 ore di una lampadina da 60 Watts. Se al calcolo sommiamo la corrente elettrica generata da Google stessa, scopriamo che dal 2007 ad oggi l’impatto ambientale dei data center è pari a zero.
Un mese di Google Apps costa quanto una lampadina da 60 Watts accesa per 3 ore  Studi indipendenti  confermano che Google utilizza meno dello 0.01% dell’elettricità globale. Questo risultato è stato possibile grazie alla realizzazione di un’architettura virtuosa che consente di risparmiare il 50% di consumo elettrico rispetto a strutture di calcolo analoghe.Altri punti a favore dell’azienda di Mountain View sono rappresentati dall’utilizzo di energia derivata da impianti eolici e solari; spesso le farm dei server vengono realizzate vicino ai generatori a vento per consentire di mantenere competitivo, anche per i fornitori, il prezzo delle energie rinnovabili, e la massima attenzione nella ricerca dell’efficienza energetica (che comprende quindi la misurazione del tasso PUE, un indice industriale usato per la stima dei valori energetici, il controllo dei flussi di aria refrigerante, l’aumento della temperatura media interna alla farm e l’impiego di fonti naturali di raffreddamento) hanno portato a zero l’impatto ambientale dei centri di elaborazione, come riportato anche dallecertificazioni ricevute  in merito.Un altro fattore chiave da considerare è il carbon offset, cioè la differenza tra l’anidride carbonica emessa e quella invece compensata. Non è possibile infatti evitare di rilasciare nell’atmosfera gas nocivi, tuttavia si può intervenire e pareggiare le emissioni acquistando o producendo energia da fonti rinnovabili ed aiutando anche altre aziende esterne ad entrare nel processo di risparmio: Google ha investito e sostenuto questi progetti indipendenti con campi di applicazione che vanno dalla raccolta dei rifiuti agli allevamenti di bestiame.
Esempio di carbon offset in un allevamento di bestiameGoogle però possiede anche sedi, uffici, veri e propri campus in cui va curato il benessere delle persone più che dei server. Per questo motivo gli sforzi spesi in tal senso hanno portato alla realizzazione di numerosi programmi bike-to-work, alla costruzione di edifici “green” per un totale di 420 000 metri quadrati, all’introduzione di navette e trasporti elettrici che consentono di risparmiare l’uso di 2000 auto ogni anno per un totale di 22 500 000 km, all’installazione di un impianto fotovoltaico da 3 000 000 di kWh nel solo campus di Mountain View. Le spese sostenute arrivano ad un ammontare di 915 milioni di dollari.

Il nostro contributo - Gli utenti finali che utilizzano la tecnologia Google possono leggere ed essere informati degli sviluppi ecologisti e del lavoro fatto fin ora. Le imprese e le organizzazioni che invece si avvalgono di sistemi dedicati ed interni dovrebbero invece riconsiderare, anche in termini di impatto ambientale, le loroinfrastrutture IT: scegliere la suite Google Apps è infatti il modo più semplice ed economico di aderire ad una soluzione eco-friendly e più rispettosa delle necessità del pianeta.
Nei soli Stati Uniti, uno studio condotto sull’ U.S. General Services Administration ha stimato che l’utilizzo delle Google Apps da parte dei suoi 17 000 dipendenti abbia portato ad un calo di circa il 90 percento del consumo elettrico e di approssimativamente 85 percento per quanto riguarda il rilascio di anidride carbonica, con un risparmio annuale monetizzabile in 285 000 dollari.Tutti questi risultati sono possibili perchè i servizi cloud incrementano il livello di sfruttamento delle macchine server minimizzando allo stesso tempo il consumo energetico.

Via | Google Official Blog
Etichette: cloud computing  • google apps  • green energy
Articolo scritto da Andrea Testa


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